Eccomi tornato dalla mia seconda esperienza in Mali.
Il rientro in Italia è stato meno traumatico di come me l’aspettavo.
Sono stato, al contrario, travolto da un energia positiva che spero possa aiutarmi a portare avanti la mia vita con più entusiasmo e più fiducia in me stesso.
Alle poche persone che ho incontrato in questi giorni, ho spiegato che è stato assolutamente diverso dalla prima volta per svariati motivi.
Ovviamente la magia e la meraviglia che ho provato circa un anno e mezzo fa, si sono quanto meno, un pochino affievolite.
Questo perchè alcune situazioni ed emozioni le avevo già vissute allora e forse questa consapevolezza, mi ha permesso di tenere il mio cuore, “sotto controllo”.
Forse poi, banalmente parlando, è stata meno “divertente” perchè è mancato quel rapporto stretto che si va a creare in un gruppo, come durante un campo di lavoro.
Ma queste sono solo piccole pecche in un viaggio che definirei “illuminante” e “maturo”.
Prima della mia partenza e anche durante il mio soggiorno, ho sentito dentro me, un grande senso di responsabilità nei vostri confronti.
Volevo essere all’altezza della situazione, cercando di documentare al meglio il nostro progetto “Un pozzo per l’Oasis”, che di lì a breve, sarebbe entrato in moto.
Tramite facebook ho cercato di darvi continui aggiornamenti sull’andamento dei lavori, attraverso spiegazioni più o meno tecniche e attraverso fotografie, sperando di regalare anche a voi un pò della mia esperienza.
I lavori, da come avrete capito, si sono dilungati un pò e purtroppo non sono riuscito (per mancanza di tempo) ad immortalare il momento più atteso: il ritrovamento dell’acqua.
Speriamo vivamente, nei prossimi giorni,
di potervi regalare anche questo momento, che rappresenterebbe senz’altro il concretizzarsi
di un sogno, che da un anno teniamo custodito gelosamente nel nostro cuore!
Spero altrettanto, di essere stato un buon “inviato speciale” al vostro servizio e che qualcosina in più riguardo al nostro progetto, si sia capito.
Sorvolando solo un attimo sul discorso del pozzo, posso dirvi che in queste due settimane (ahimè pochine anche se intense), ho arricchito tantissimo il mio bagaglio di nuove emozioni e situazioni incredibili.
Ho avuto la possibilità di conoscere meglio le persone del posto (nonostante il mio francese zoppicante) scoprendone la personalità, il ruolo sociale e la loro cultura.
Gente come Madame Oumou, Idrissa, Abdoulaye che ogni giorno mettono a disposizione il loro impegno e la loro sensibilità, cercando di limare le difficoltà del locali e regalando speranza, a chi ormai da molto tempo, l’ha chiusa in cassaforte.
Ho avuto l’onore di seguire Hilde ed Erasmo nei loro progetti della biblioteca umanista e dello spazio gioco.
Progetti che contribuiscono alla crescita culturale di bambini, altrimenti lasciati soli al loro destino.
La mancanza di stimoli, soprattutto nell’infanzia, è un problema fortissimo in Mali e sicuramente questi progetti vanno nella giusta direzione.
Solo aiutando Erasmo ogni giorno allo spazio gioco ho capito l’importanza di questo luogo.
I bambini qui hanno una voglia di imparare pazzesca e lo spazio gioco è il luogo ideale per soddisfare questo bisogno.
Componendo puzzle, disegnando, giocando a memory, leggendo, usando le costruzioni; i bambini sviluppano giorno dopo giorno il ragionamento, la logica e arricchiscono le loro conoscenze.
Ho per questo motivo grande stima di Hilde ed Erasmo.
Ci vorrebbero molte più persone in questo mondo come loro, per avere la speranza di costruire una società migliore nel futuro.
Sempre con loro e il figlio Niels, ho poi avuto la possibilità, di dare una mano a realizzare cose più pratiche come per esempio degli attaccapanni per la scuola umanista.
Sì perchè qui in Mali, un altro problema è sicuramente dare efficienza e continuità ai progetti.
Quando i volontari italiani non sono presenti sul posto diventa difficile monitorare certe cose e quando gli stessi volontari ritornano, spesso, trovano magagne da sistemare.
Ho poi conosciuto una fantastica coppia di volontari di Torino: Lella e Beppe.
Lella e Beppe sono stati due degli ideatori dei campi di lavoro estivi e solo per questo, direi tanto di cappello.
Con loro mi sono
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trovato subito bene perchè sono belle persone e mentalmente molto aperte.
Ma non vi ho ancora parlato della mia Fatim, la bambina che ho adottato a distanza!
L’ho vista
praticamente ogni giorno perchè è la figlia del guardiano della casa di Hilde ed Erasmo e che quindi, abita con noi.
Ha 5 anni ed è davvero dolcissima, bellissima e veramente intelligente.
Conosce già il francese abbastanza
bene (per la sua età in Mali è cosa rara) e per capirlo mi è bastato osservarla allo spazio giochi.
Compone i puzzle molto velocemente e in una giornata li divora tutti, le piacciono da matti!
Ho cercato di stare con lei il più possibile, coccolandola, scherzando e
cercando di conoscerla, buttando qua e là qualche frase in un francese maldestro che mi contraddistingue.
Lei comunque mi capiva e questo mi basta.
Mi manca già tanto, ma lei sa che tornerò e allora sarà ancora più bello.
Tutto questo e molto altro ho vissuto in queste due settimane, ma non vorrei annoiarvi troppo.
Vi lascio con una serie di frasi che ho subito fatte mie, personalizzandole un pò e che per un gioco del destino, ho ascoltato giusto ieri, durante la visione del film “Patch Adams” (Un gran bel film con Robin Williams che vi consiglio).
Per tutti la vita è un ritorno a casa.
Tutti i cuori irrequieti del mondo cercano la strada di casa.
La mia forse è nel posto più improbabile.
L’ho trovata.
Sono tornato a casa.